lunedì,Luglio 1 2024

Naufragio migranti, le vittime salgono a 9: recuperato un altro corpo

Al porto di Roccella arrivato oggi il primo familiare dei dispersi. Poche le speranze di trovare ancora qualche superstite

Naufragio migranti, le vittime salgono a 9: recuperato un altro corpo

La nave Dattilo della Guardia Costiera ha recuperato, a distanza di qualche ora l’uno dall’altro, un altro corpo delle vittime del naufragio di una barca a vela nel mar Jonio, a circa 120 miglia dalle coste calabresi, in area sar italiana. Ieri erano stati recuperati i primi sei cadaveri. Le vittime accertate sono così al momento 9, considerando la donna morta dopo essere stata presa a bordo da un mercantile francese che ha poi trasferito gli 11 superstiti su un’unità della Guardia costiera italiana che li ha portati a Roccella Ionica. Le ricerche dei dispersi – i sopravvissuti hanno parlato di
di una sessantina di persone, tra cui 26 bambini
, che mancherebbero all’appello – proseguono. Ma le speranze di trovare ancora qualche superstite sono ridotte al lumicino.

Intanto al porto di Roccella è arrivato il primo dei familiari dei dispersi. Si tratta di un ragazzo di 20 anni giunto dalla Svezia il quale, come ha cercato di spiegare ai mediatori culturali, su quella barca aveva tutta la sua famiglia. Nelle prossime ore è atteso l’arrivo di altri parenti dei dispersi, tra cui diversi bambini, come testimoniato da alcuni video girati con gli smartphone a bordo del veliero. I sopravvissuti hanno raccontato ai soccorritori di essere rimasti aggrappati per ore al relitto.

«Ho subito pensato all’irresponsabilità dell’umanità, perché dopo quanto accaduto a Cutro avevamo detto “mai più”, ma purtroppo non abbiamo imparato niente – ha dichiarato don Rigobert Elangui, direttore della Caritas diocesana di Locri – a livello internazionale non abbiamo capito che la centralità è proteggere la vita delle persone. Mi piace quanto sostiene Papa Francesco a proposito del diritto di immigrare: la mobilità fa parte della natura dell’uomo, in questa situazione ci sono persone in cerca di una vita migliore, ed è brutto trovare la morte quando si cerca la vita. Servono politiche strutturate, perché ancora questo fenomeno lo stiamo vivendo in termini di emergenza. Manca una visione. Come Chiesa ci siamo subito attivati per dare un sostegno rispettando le richieste di Prefettura e Comune».

Articoli correlati

top