giovedì,Luglio 4 2024

Aeroporto Reggio, cantiere nuova aerostazione in stallo: cosa succede?

Non “decollano” i lavori di ammodernamento delle sale di imbarco del Tito Minniti. Cantiere fermo e senza operai. In ballo oltre 12 milioni e mezzo di euro e un iter faticosamente avviato dopo anni di attese

Aeroporto Reggio, cantiere nuova aerostazione in stallo: cosa succede?

Il Tito Minniti di Reggio Calabria si è ravvivato con i nuovi voli Ryanair che ormai atterrano e decollano dalla fine di aprile. Un flusso passeggeri che ha richiesto anche degli interventi urgenti per adeguare le attuali sale di imbarco, ricavando altri spazi che comunque dovrebbero essere più ampi per garantire un’adeguata gestione delle file e anche dell’attesa dei passeggeri.

Una situazione transitoria dal momento che le nuove e più ampie sale di imbarco saranno presto ubicate nella nuova aerostazione. Nello specifico proprio nell’area di cantiere dove avrebbero dovuto essere già in corso i primi interventi nell’ambito dei lavori di ammodernamento dello scalo. Si tratta del più corposo dei finanziamenti previsti dall’emendamento Cannizzaro, di un valore complessivo di oltre 12 milioni e 500mila euro.


Il progetto è quello di adeguamento antisismico aerostazione passeggeri, ristrutturazione impianto antincendio, riqualifica impianti e finitura, aerostazione, ampliamento sala imbarchi. Stazione appaltante è Sacal con Enac. Impresa aggiudicatarie sono il consorzio stabile Infra tech e il consorzio Integra e le imprese esecutrici Costruzioni Bruno Teodoro, Effebi, Terminal dello stretto. Progettazione esecutiva affidata a Ati project.

Lavori fermi, perchè?

I lavori, però, sembrano oggi fermi. In realtà dopo le prime attività di demolizione e sbancamento, nessun progresso tangibile pare essere stato conseguito in quell’area negli ultimi mesi. Oggi nessun operaio è impegnato nell’area di cantiere.

Un telo copre tutto ma l’inattività si registra ugualmente. Una situazione che certamente pone una serie di interrogativi ai quali auspichiamo siano date risposte chiare e tempestive.

La dimensione infrastrutturale è colonna portante del progetto di rilancio proprio con riferimento alla nuova aerostazione. Per non parlare degli ingenti fondi pubblici stanziati per progetti che Sacal, sollecitando anche aggiornamenti e rimodulazione, negli ultimi due anni ha riattivato. Risorse che potrebbero essere a rischio come a rischio potrebbe essere tutto l’iter fino a oggi portato faticosamente avanti, dopo anni di attese e promesse. Ma tutto tace e neppure è chiaro se i 420 giorni di cui si legge nel pannello del cantiere stiano decorrendo, nonostante la conferenza dei servizi terminata lo scorso febbraio.

È contestualmente lecito chiedersi come la mole di lavori di adeguamento, così impattanti sulla vita e sul futuro dello scalo, sarà compatibile con la crescita (inattesa) dei passeggeri che da due mesi a questa parte anima lo scalo. L’impegno a non chiudere l’aeroporto in costanza di lavori è forse, in questo scenario, uno dei punti più fermi che Sacal ha sempre assicurato e che la ditta esecutrice si è impegnata a garantire.

Lo scalo ha atteso molto a lungo i nuovi voli che un’unica compagnia, per quanto la leader low cost in Europa, sta garantendo. Li ha attesi e li ha avuti nella prospettiva di un aeroporto che, con ingenti risorse pubbliche da anni al centro di proclami e promesse, sarebbe “decollato”, come stanno facendo i passeggeri in notevole incremento.

Le due dimensioni devono, dunque, andare di pari passo per garantire al rilancio dello scalo di essere foriero di sviluppo e crescita, compiuto e soprattutto duraturo, piuttosto che legato a congiunture politiche. Occorre garantire che tutti gli ingenti investimenti in atto siano fruttuosi per il territorio e spesi bene.

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