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Giornata contro l’abuso e il traffico di droghe, la Casa del Sole di Reggio: «Sostanze sempre più dannose e tossicodipendenze latenti e diffuse»

Sottovalutato, trasversale e sempre più difficile da riconoscere: ecco come si presenta oggi il fenomeno. L'esperienza della comunità terapeutica più antica della Calabria, sita della zona collinare di Gallina

Giornata contro l’abuso e il traffico di droghe, la Casa del Sole di Reggio: «Sostanze sempre più dannose e tossicodipendenze latenti e diffuse»

«La piaga della tossicodipendenza è tutt’altro che debellata. La questione è ancora seria e costituisce un grave pericolo sociale. Ciò che oggi sta cambiando è lo scenario delle droghe sintetiche. In Italia preoccupa la circolazione del Fentanyl, una droga micidiale che se aggiunta al crack amplifica la sua dannosità. Dal nostro osservatorio occorre stare molto vigili». È quanto ha dichiarato Giuseppe Di Costanzo, presidente della cooperativa sociale La Casa del Sole di Gallina, attiva a Reggio Calabria da circa 40 anni.

Ricorre oggi, 26 giugno, la giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, istituita dall’Onu nel 1987, per sensibilizzare rispetto a un fenomeno pericolosamente sottovalutato, trasversale e sempre più difficile da riconoscere, ossia l‘abuso di droga.

Una dipendenza “invisibile” e pericolosa

«Se è vero che l’Afghanistan non produrrà più papavero ed eroina, ciò non deve rassicurare ma interrogare su cosa lo sostituirà. Chi dipende da quelle sostanze ne cercherà altre e si avvarrà di ciò che troverà, qualunque altro veleno sul quale si orienteranno le mafie. Oggi le persone tossicodipendenti sono più invisibili. L’eroinomane di una volta – ha spiegato Giuseppe Di Costanzo – era riconoscibile. Chi oggi fa uso di droghe sintetiche riesce restare in ombra fino a quando la situazione raggiunge livelli di dipendenza gravissimi. È molto più difficile intervenire. Anche di cocaina, la cosiddetta droga dei ricchi, c’è oggi un abuso pazzesco.

La situazione è molto seria e occorrerebbe investire in termini di prevenzione per evitare che queste dipendenze poi difficili da stanare e riconoscere si inneschino. Stesso dicasi per garantire a chi riesce a uscire, perché è possibile uscire, di integrarsi socialmente attraverso il lavoro. Oltre una decina di persone lavorano con la nostra cooperativa La Casa di Myriam. Occorrono risorse e progetti per incrementare queste esperienze. Da sempre mettiamo a disposizione un’equipe di specialisti per orientare chi abbia bisogno di aiuto. Ma il nodo resta la consapevolezza di avere bisogno di aiuto. Questo delle tossicodipendenze è un settore abbandonato. Ci sono fondi da sbloccare anche in Calabria tanto per la prevenzione quanto per l’inserimento lavorativo», ha sottolineato ancora Giuseppe Di Costanzo.

La comunità terapeutica Casa del Sole di Gallina a Reggio, la più antica della Calabria, sorta nel 1985 in un bene concesso in comodato d’uso gratuito dal Centro Italiano Femminile è stata la prima tappa del recente tour della viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci.

Il sogno di un’azienda agricola della Casa del Sole

«Abbiamo acquistato, accendendo un prestito in banca, una villa abbandonata nella vicina frazione di Armo. Stiamo valorizzando i tre ettari di terreno con coltivazioni di agrumi, tra i quali il bergamotto, frutta e pomodori. Il nostro progetto è quello di implementare la nostra attività con la trasformazione dei prodotti e dunque arrivando a creare un’azienda agricola nella quale impiegare una decina di persone. Il lavoro è finalità essenziale dei percorsi che le persone afflitte dalle dipendenze da droga o alcol intraprendono presso la nostra comunità». È quanto ha illustrato il presidente Giuseppe Di Costanzo, alla viceministra Bellucci in occasione della sua recente visita.

La trasversalità e la pervasività

«Quella contemporanea – ha spiegato la psicoterapeuta Rosa Calabró – è ormai una società molto legata all’addiction, quindi una società additiva con la necessità di stare sempre sulle high performance. Una tensione che, purtroppo per soggetti particolarmente vulnerabili costituisce il viatico per incrociare l’uso di sostanze stupefacenti. Questo fenomeno sta diventando sempre più dilagante.  Abbiamo osservato che i ragazzi, malgrado abbiano le dovute conoscenze sul fenomeno, comunque cerchino sempre di approcciarsi all’uso di sostanze. Abbiamo notato, altresì, che ci sono dei breakdown anche intorno ai quarant’anni, dovuti probabilmente delle crisi di mezza età. Nel tempo abbiamo potuto constatare che anche il quarantenne che non aveva mai avuto esperienza di uso di droghe in età evolutiva, si approccia proprio in un’età molto più matura.

Dunque siamo di fronte a un fenomeno importante da attenzionare e da non sottovalutare. Abbiamo continue richieste di consulenze e soprattutto di ingressi proprio in maniera residenziale. Il fenomeno è trasversale, non conosce età o condizione sociale e culturale. La tossicodipendenza oggi non è più ascrivibile a soggetti vulnerabili e fragili anche economicamente. Un numero sempre crescente di professionisti intercetta le droghe e rimane ovviamente incastrato nel fenomeno della dipendenza. C’è una sofferenza che può rappresentare un campanello di allarme. Noi offriamo il nostro aiuto a riconoscerla e a intercettarla per prevenire e anticipare l’uso di sostanze». Così la psicoterapeuta Rosa Calabró, componente dello staff terapeutico della Casa del sole.

26 giugno 1996

La giornata odierna si propone di sensibilizzare in tema di abuso e traffico di droga, due fenomeni legati a doppio filo. Una data particolarmente simbolica, quella del 26 giugno. Approdata alla cronaca nera per il Sunday Indipendent negli anni Novanta, dopo avere avviato la sua carriera giornalistica nelle redazioni del Sunday Business Post e del Sunday Tribune, la giornalista irlandese Veronica Guerin, nonostante avesse ricevuto minacce e fosse stata aggredita, continuò a condurre inchieste importanti sui traffici di stupefacenti a Dublino.

Fu uccisa in pieno giorno a colpi di pistola, il 26 giugno 1996, nel giorno che già da alcuni anni a livello internazionale era occasione di riflessione sul traffico di droga e sui suoi devastanti effetti. Un delitto che segnò il passo di una delle più significative svolte nella storia giudiziaria e nel panorama legislativo penale del Paese. Il parlamento irlandese a distanza di settimana dal delitto promulgò il Proceeds of Crime Act 1996 e il Criminal Assets Bureau Act 1996. Da allora i beni acquistati con i proventi di attività criminali possono essere sequestrati dallo Stato. Fu fondato a questo scopo il Criminal Assets Bureau (CAB).

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