giovedì,Luglio 4 2024

Minori, responsabilità genitoriale e impegno delle istituzioni, a Cardeto la terza giornata della Legalità promossa dalla Pro loco

Nel comune alle pendici dell’Aspromonte, si rinnova l’appuntamento che anche quest’anno anno ha popolato la piazza Felice Romeo. Riflessioni e analisi sul mondo di bambini e adolescenti alla ricerca di sani e saldi riferimenti

Minori, responsabilità genitoriale e impegno delle istituzioni, a Cardeto la terza giornata della Legalità promossa dalla Pro loco

«La sfida dello spopolamento dei piccoli centri come il nostro va affrontata anche attraverso il coinvolgimento delle giovani, anche giovanissime, generazioni. Da qui la spinta a discutere di minori con qualificati e autorevoli relatori della cui presenza siamo onorati. Ringrazio Angelo Surace dell’associazione Attivamente dì Mosorrofa, i suoi ragazzi e tutte le altre associazioni presenti per aver accolto il nostro invito. Grazie per il loro impegno in questo pomeriggio, con la loro presenza qui, e ogni giorno nelle loro comunità con le loro attività». Il presidente della Pro Loco di Cardeto, Santo Morabito, ha così aperto la terza Giornata della Legalità promossa in collaborazione con l’Ente pro loco italiane, dell’amministrazione comunale di Cardeto e della Regione Calabria.

Nella gremita piazza Felice Romeo del comune alle pendici dell’Aspromonte, proposte analisi di stringente attualità sul binomio Minori e Legalità, strettamente legato ai pericoli della rete, ai disagi e alle (ir)responsabilità diffuse tra famiglie, scuole e Stato.

La terza giornata della Legalità

Dopo i saluti della sindaca di Cardeto Daniela Arfuso, del consigliere regionale Domenico Giannetta e dell’assessora alla Città consapevole di Reggio Calabria Anna Briante, il tema Minori e Legalità è stato sviluppato dal procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Reggio, Roberto Placido Di Palma, dal garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Antonio Marziale, dalla vice dirigente della polizia postale della Calabria Maria Laura Creazzo. Fermata da un contrattempo, la senatrice Tilde Minasi non ha potuto essere presente.

La parte conclusiva della manifestazione è stata animata da Aurora, Sofia, Maria Assunta, Francesco, Pasquale, Domenico, Seby e Antonio, bambini residenti anche a Mosorrofa e Cataforio, che hanno porto alcune domande e consegnato degli omaggi ai relatori.  Presenti anche il maresciallo dei carabinieri Simone Graniti e il parroco della chiesa di San Pietro e Paolo di Cardeto, don Luca Mazza.

Occasioni preziose per la comunità

«Ringrazio la Pro Loco di Cardeto per la sensibilità e la maturità dimostrate con l’individuazione di tematiche che offrono sempre al nostro territorio occasioni di approfondimento significative e importanti. Al ringraziamento alla pro Loco si unisce anche la piena adesione, rinnovata anno dopo anno e nell’ottica di una virtuosa sinergia, da parte dell’amministrazione comunale. Il tema dei minori naturalmente coinvolge in modo diretto ogni comunità, in quanto composta da famiglie e istituzioni, e coinvolge in modo particolare territori come il nostro dove sulle nuove generazioni è necessario investire per garantire un futuro ai nostri Paesi.

Dunque, anche per questa ragione, il loro benessere costituisce una responsabilità che dobbiamo assumere insieme come priorità, attesa un’attualità molto più piena di insidie e pericoli ma anche molto più ricca di opportunità e possibilità che dobbiamo impegnarci a creare anche e soprattutto sui nostri territori». Così la sindaca di Cardeto, Daniela Arfuso, recentemente riconfermata alla guida della comunità.

L’impegno della Regione

«La Regione è massimamente impegnata per quanto di sua competenza per tutelare i minori. Penso al progetto Liberi di Scegliere, per garantire ai minori nati in contesti mafiosi di avere un’alternativa di vita, all’istituzione del garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. Sono stati introdotti i voucher per incentivare i giovani a fare sport. Penso anche alla recente legge sul sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni, per favorire lo sviluppo psicofisico e l’adeguata crescita educativa delle bambine e dei bambini. Un sistema per garantire pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco. La finalità è anche quella di colmare i fabbisogni di servizi educativi nelle aree interne, in particolare ultraperiferiche, e nelle zone montane». Così il consigliere regionale Domenico Giannetta.

Consapevolezza e responsabilità

«Porgo i saluti del sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che teneva a questo incontro così importante. Le Pro Loco sono generalmente impegnate nella fondamentale attività di valorizzazione dei territori, delle sue bellezze e delle sue risorse. Dunque davvero meritevole, la declinazione dell’impegno della pro loco di Cardeto che sceglie di promuovere anche occasioni di confronto su temi così delicati e importanti come i minori. Le problematiche di bambini e adolescenti devono rappresentare un ambito in cui tutti si sia coinvolti.

Certamente costituiscono uno degli aspetti essenziali di quella Città consapevole che l’amministrazione Falcomatà punta ad alimentare. Gli spunti offerti dagli autorevoli relatori, tutti impegnati in modo diretto e quotidiano, sono certamente utili per compiere insieme passi in avanti lungo un percorso per nulla facile ma rispetto al quale nessuno può tirarsi indietro». Così Anna Briante, assessora alla Città consapevole di Reggio con le deleghe alla Pubblica Istruzione, Università e Pari Opportunità.

(Ir)responsabilità genitoriali e ragazzi senza guida

«I minori – ha spiegato il procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Reggio, Roberto Placido Di Palma – sono lo specchio delle famiglie. Oggi le situazioni nelle quali ci troviamo quotidianamente a intervenire restituiscono un quadro per molti aspetti desolante. Fortunatamente spiccano anche delle esperienze che infondono speranza. Abbiamo incrociato la vita giovani che delinquevano e che poi hanno trovato la loro strada arrivando anche a diventare, per fare un esempio, arbitri sportivi e dunque garanti di regole di convivenza civile che prima violavano.

E ancora giovani arrivati da noi per reati commessi in rete e che poi hanno messo la loro competenza al servizio dell’ordine pubblico e della sicurezza della collettività. Queste storie ci motivano a continuare a operare in un contesto che, dobbiamo ammettere tuttavia, risulta essere affetto da una diffusa irresponsabilità genitoriale e dalla tendenza a scaricare, troppo spesso e comodamente, sulla scuola. La chiesa sembra sparita dalla loro vita, come disperse sembrano le preziose esperienze di un tempo vissute presso gli oratori».

Ascolto e amore

«I ragazzi hanno bisogno di ascolto e amore. Averli messi al mondo non può essere considerata come la risposta automatica ad uno schema sociale. Esso è un impegno, è una responsabilità per i genitori che mai si esaurisce completamente. Occorre essere consapevoli che non assumersi questa responsabilità, equivale a delegarla ad una società che certamente attraversa un momento di profonda crisi valoriale e di malessere diffuso.

Dunque come i ragazzi impareranno a discernere tra il bene e il male. Come potranno capire come e cosa scegliere e come crescere, a sentire un luogo davvero come una casa? È necessario che i genitori si riapproprino del loro ruolo fondamentale, riequilibrando altri interessi e necessità del mondo adulto di oggi, troppo spesso distratto e concentrato su sé stesso». Così il procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Reggio, Roberto Placido Di Palma.

Le contraddizioni e le sfide

«In questo ambito così delicato, amaro ma innegabile è dover riconoscere che spesso ci troviamo di fronte a nemici che sono dentro le istituzioni. A guardare il panorama normativo italiano – spiega il garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Antonio Marziale – dovrebbe esistere una fortezza per i nostri minori. Per tutte le leggi pro infanzia, l’Italia dovrebbe essere un paradiso per ogni bambino.

Eppure Save the Children denuncia che ci sono oltre 360mila bambini che lavorano piuttosto che andare a scuola e acquisire strumenti per costruire il loro futuro in libertà. Penso alla Calabria dove ancora non esiste un reparto pubblico di neuropsichiatria infantile e sono carenti anche le strutture socio-sanitari per minori. Lacune, queste che si traducono in assenza di interventi a tutela di tutti quei ragazzi, evidentemente fragili, che necessiterebbero di questo tipo di interventi.

Penso anche all’importante mozione del consiglio Regionale della Calabria con riferimento all’innalzamento dell’età del consenso sessuale a 16 anni. In Italia la legge lo fissa a soli 14 anni, una soglia degna di un paese a misura di pedofili e non di bambino. Con tale mozione ci proponiamo di contribuire a restituire alla fanciullezza tutte le tutele che merita. In questo panorama oggi registriamo anche uno stato di abbandono dei minori da parte dei genitori impegnati altrove piuttosto che in casa e con i loro figli. Purtroppo l’esito di tutto questo è l’abbandono degli stessi minori ad una società allo sbando». Così il garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Antonio Marziale, emozionato di essere tornato a Cardeto. Lo lega a questo luogo un intenso ricordo giovanile di quando 18enne si era recato in qualità di componente del direttivo regionale della Dc e sindaco era Peppe Rodà.

«Purtroppo in linea con chi mi ha preceduto, l’esperienza condotta a contatto con i ragazzi e con le loro famiglia evidenzia la necessità di costruire un dialogo. E non solo sui rischi e sui pericoli della rete che, spesso, sono proprio gli adulti a sottovalutare e a non considerare con la dovuta attenzione.

Siamo sovente impegnati in attività di sensibilizzazione presso le scuole. I ragazzi sono sempre molto interessati e partecipi con domande e considerazioni. Proponiamo incontri anche ai genitori che rispondono in misura minima. Sono sempre impegnati. Ciò rende evidente la necessità che oggi esiste di costruire invece un dialogo che aiuti a generare consapevolezza e responsabilità. La nostra esperienza quotidiana ci restituisce un quadro in cui è assolutamente urgente intervenire.

I minori vengono fermati per questioni di droga e poi i capi di imputazione crescono. In occasione di indagini e approfondimenti condotti sui loro telefonini, rintracciamo materiale pedopornografico, solo per fare un esempio. L’età precoce in cui si entra in possesso dei telefonini deve anche costituire elemento di riflessione. In termini generali è importante capire che il controllo che pensiamo di avere inviando una foto o un contenuto solo ed esclusivamente a un interlocutore o a un gruppo in chat è un’illusione. Quel contenuto finisce in un server, spesso anche estero, e lascia anche altre tracce. Dunque occorre essere vigili, dedicare tempo e attenzioni ai propri figli, a come utilizzano i dispositivi soprattutto a casa se passano, per esempio, molto tempo da soli». Così la vice dirigente della polizia postale della Calabria e funzionaria presso il centro di Sicurezza Cibernetica, Maria Laura Creazzo.

La pandemia, i disturbi di ansia e la ricerca di un nuovo equilibrio

«L’esigenza di vivere molto di immagine, che oggi impera, credo crei delle distanze e delle difficoltà comunicative molto serie. La pandemia, per altro, ci ha restituito dei giovani tra i quali dilagano i disturbi di ansia. L’origine è da ascrivere all’assenza di riferimenti e motivazioni o, all’eccesso opposto, da giornate dai ritmi così stringenti e asfissianti da generare solo alte aspettative e frustrazioni che nulla hanno a che fare con il senso di libertà che i giovani dovrebbero sperimentare. La ricerca di un nuovo equilibrio sano è oggi la sfida davvero difficile». Così il parroco della chiesa di San Pietro e Paolo di Cardeto, don Luca Mazza.

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